Storia

Colloro è delle due frazioni del Comune di Premosello Chiovenda. L’altra frazione è Cuzzago.

Colloro è un caratteristico borgo abitato da poco meno di 200 abitanti stanziali. D’estate ai residenti si aggiungono numerosi villeggianti provenienti principalmente da Piemonte e Lombardia e dall’estero. Il luogo è particolarmente apprezzato da tedeschi, olandesi e francesi che trovano natura, clima confortevole, possibilità di raggiungere in breve tempo località turistiche più note lungo i laghi e sui monti.

Il nome Colloro

Il nome “Colloro”, in dialetto “Clor”, sembrerebbe da Corylus, nome latino del nocciolo comune, pianta che doveva essere particolarmente presente nella regione in epoca antica.

Secondo altri il nome deriverebbe da Clo che indicherebbe la “roccia” su cui è posta Colloro.

Frammenti di storia

La storia di Colloro è fortemente legata allo sfruttamento dei pascoli e dei boschi della Val Grande, durata fino al 1969, anno in cui Paolo Primatesta, detto Paulin, collorese, trascorse l’ultima stagione estiva in Valle.

La zona intorno a Colloro è stata abitata fin dai tempi antichi, come testimonia una pietra cuppellata, ossia in cui sono state scolpite in epoca antica piccole cavità, situata a Premosello, precisamente nel cantone Vagna e i resti romani rintracciabili in zona.

In un documento redatto a Pavia nel 908 Berengario I, re d’Italia concede, fra le altre, la “corte” Premosello a Gariardo, vicario di suo genero Adalberto. Per “corte” si intende un insieme di possedimenti contadini: terre, stalle, case.

A metà del XIX secolo Colloro contava quasi 800 abitanti, poi l’emergere, a valle e nei centri urbanizzati più grandi, di alternative apparentemente meno dure rispetto alla vita contadina di montagna e la maggior disponibilità lavorative, ha portato molti, sopratutto giovani, all’emigrazione verso il fondo valle, fecendo così calare la popolazione alle dimensioni attuali.

Durante la seconda guerra mondiale la storia di Colloro si intreccia con quella della resitenza partigiana, della Repubblica dell’Ossola e degli eccidi che hanno visto tristemente protagonista la Val Grande.

Nel dopoguerra si assiste al progressivo spopolamento di Colloro e all’abbandono della tradizionale “caricamento” degli alpeggi della Val Grande in estate. Per “caricamento” si intende il trasferimento del bestiame presso le stalle in quota.

Nel 1954 viene costruita la strada carrozzabile che da Premosello raggiunge Colloro, da lungo attesa. Un risultato ottenuto anche grazie a Don Erminio Ragozza che nel 1940 scrisse al Genio militare per ottenerla.

Nel 1972 viene aperta la gippabile per Capraga, terza frazione di Premosello Chiovenda, con Cuzzago e Colloro, ormai non più abitata in maniera stanziale.

Il 24 giugno del 1998, a seguito dell’ampliamento del Parco Nazionale della Val Grande, Colloro viene inglobata nei confini del Parco.

Oggi Colloro rimane un caratteristico borgo che mantiene ancora molto dell’antica storia contadina, conosciuto soprattutto per essere uno dei punti di accesso alla Val Grande e punto di partenza o di arrivo per la traversata della Valle (percorso “Colloro – Malesco”).

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